sabato 31 luglio 2010

Colle delle Finestre (un altro tassello)

P1010002
Eccoci qui, sempre i soliti tre, Guty, Willy e io Falco, in questi sabati estivi ancora presenti per salite di “peso” e di “nome”. Oggi affrontiamo il colle delle Finestre arrancando dal lato asfaltato e quindi per i puristi “meno nobile” ma sicuramente bellissimo sia come fondo che come panorama. Per quanto riguarda la fatica….. il dislivello è lo stesso della parte sterrata e alla fine si sente, specialmente negli ultimi km in cui il ciclo computer non smette mai di segnalare dislivelli in doppia cifra! Arrivati in vetta dopo una salita iniziata a Pinerolo (dopo un avvicinamento intrapreso a Piscina) abbiamo anche la conferma da due sventurati saliti dallaP1010001 parte sterrata che la scelta fatta è stata quelle giusta, in quanto la strada lato Val di Susa è ciclabile unicamente in mountain bike!! Alla fine saranno 116 km per 1855 mt di dislivello, un bel giro, peccato che la nebbia ci abbia permesso poche foto in vetta, anche se quella del cartello è sempre d’obbligo!
Ciao Falco

domenica 25 luglio 2010

AQUILA E BRAIDA: TEST PER TRENTINI

Immag012Certo che per chi ha scalato Stelvio, Rombo e altri passi ancora, un “misero” Aquila e Braida può sembrare riduttivo ma il Falco, Rujano, e “cassani sapevano che potevano essere un ottimo test per verificare la forma dei nostri vacanzieri trentini Guty, Greg e Willy. Il clima fresco e ventoso di stamattina è benedetto da tutto il gruppo tranne che da me (preferisco una settimana di afa che un ‘ora di vento!), e questo contribuisce a rendere allegra l’atmosfera nel gruppo….tranne che per me….ma finalmente ecco che inizia la salita e con essa cessano anche le raffiche che ci flagellavano in pianura. Subito Guty, Greg e Willy si portano in avanti come per far valere lo stato di forma acquisito dopo una settimana in altura, ma noi non molliamo, anzi Rujano ed io rilanciamo l’andatura con il Falco che preferisce mantenersi a ruota dei “trentini”. La discesa non dice nulla di nuovo, nel senso che quando arrivo alla fontana di Sangonetto mi vedo il Falco già abbeverato e seduto sulla panchina chissà da quanti minuti…. Riempimento di borracce e via con la seconda salita di giornata, il Braida lato Val Gioie, dove incontriamo Albert, il George Hincapie “de noantri”, in perfetta tenuta Sky Team: foto ricordo in cima, un po’ di scambi di vedute sul Tour de France pro e contro Contador, qualche battuta tra di noi e pronti per un’altra discesa con conseguente rientro a casa. Un rientro abbastanza veloce con un Guty visibilmente innervosito dalla andatura “isterica” del Greg…capito ora come staccarlo in salita Avvocato?

“cassani”

venerdì 16 luglio 2010

L’ATTACCO DEL MOSTRO “ LO STELVIO”.

324Eccoci di nuovo pronti per la settimana ciclistica sulle dolomiti. Per quest’anno decidiamo sotto un mio forte convincimento di soggiornare nei pressi di Merano per favorire l’attacco dello Stelvio. Arriviamo a destinazione Sabato 10 ad attenderci un caldo torrido, il termometro segna 38°C, sembra quasi che la bolla africana di Cesenatico (Nove Colli 09) abbia deciso di accompagnarci lungo il soggiorno. Quest’anno ci sono un po’ di cambiamenti, vengo nominata reporter del gruppo e potrò seguire i miei compagni non con la bici ma solo con il cuore. Un breve riepilogo … Domenica i nostri ciclisti, gruppo formato da Guty, Willy, il Masso e Simone (il Lombardo) decidono di fare una pedalata sotto la bolla di calore dirigendosi verso Maso Corto (2014m) in Val Senales partendo dall’albergo sito a Rablà (500m), un ascesa 314di circa 20 Km. Lungo la salita i nostri ciclisti incontrano i fratellini Shleck di Gallarate accompagnati dai genitori, subito va rivolto un pensiero a loro se a 13 anni vanno così a 20 saranno come Andy al tour? Per gli amanti delle Cime e gli sfegatati del brevetto dello Scalatore, peccato tutta questa fatica per poi non mettere una bella X, si perché mi giungono voci che valgono solo i Passi e Val Senales risulta essere solo una “signor salita” e non un Passo! Il secondo giro, sarà forse il giro più impegnativo della settimana a detta del Masso, forse per il caldo forse per la distanza. I nostri ciclisti scelgono come destinazione Passo Palade e il Passo della Mendola. Sin da subito si evidenziano le differenze del gruppo: un Lombardo che va troppo, un Guty che nonostante l’incidente della clavicola è come sempre determinato e grintoso e chi invece si fa prendere da delle crisi psicologiche e decide di concludere gli ultimi sette Km in treno terrorizzato dal caldo africano! Alla fine sarà un giro di 120 km con 2000 m di dislivello. E arriviamo a Lui, all’aspettato e discusso per tutto l’anno, il re delle salite, lo Stelvio. Simone per una questione organizzativa decide di intraprendere l’impresa da solo o meglio si organizza con i fratellini Shleck di Gallarate, mentre il gruppo decide 301 di rimandare di un giorno l’impresa. Io decido di scortarli in auto, quasi voglia essere partecipe dell’impresa dopo due anni che conservo la tappa ben custodita nel cassetto. Partenza in bici dal passaggio a livello di Spondigna. Il Primo tratto fino a Trafoi la salita si presenta non troppo difficoltosa la situazione cambia da Trafoi alla cima. Il paesaggio è spettacolare, i 48 tornanti che sorgono dalla montagna come se fossero un quadro di Picasso. Provo un po’ di commozione, un groppo alla gola, un sentimento forte mi domina dentro … rievoco immagini del grande Coppi, lui sì in attacco sullo Stelvio! Il Guty, come sempre è il primo del gruppo, l’impresa risulta molto dura fino al tornante n. 24 per poi mollare “leggermente” nella seconda parte della salita. Gli ultimi 5 tornanti il Masso va in una profonda crisi psicologica portata dall’assenza di ossigeno le sue sinapsi sono in un delirio mistico, ma non molla forse perché ad attenderlo in Cima ci sono io. Io mi improvviso CT del gruppo, aspetto il gruppo munita di asciugamani per il sudore, di cambio ciclistico, acqua, frutta, cocacola e panini! Oltre a me in cima ad attenderli c’erano anche Simone Federica e il piccolo Ale. Qualche fotografia d’obbligo alla Cima Coppi, per poi scendere dal lato di Bormio e transitare per la Svizzera, Giogo di Sta Maria, Mustair, anche qui il paesaggio svizzero è incantevole!, per poi ritornare in Italia via Malles e Glorenza. Cosa dire per finire? Piacevole vacanza e piacevoli salite, un complimento a tutti i componenti del gruppo e ancora 1000 altre volte di salite come queste in allegra compagnia! C’è già chi pensa al Passo Rombo domani… Buona pedalata a tutti, con affetto,
dany.

giovedì 15 luglio 2010

LE TOUR C’EST LE TOUR

Les Trois PoisAbbiamo assistito quest’anno ad un bellissimo Giro d’Italia, forse il più bello dal 1997, e quasi tutti gli addetti ai lavori sono stati concordi nel dire che è stato corso come il Tour, da qui la sua bellezza….Forse questa affermazione non renderà pieno merito alla corsa Rosa, ma è la verità. Sarà per l’organizzazione mastodontica, sarà perché si corre a luglio (mese di vacanza per i francesi ed altri europei) ma la spettacolarità e la “grandeur” è davvero unica. Fatta questa premessa non rimane che raccontare la giornata di sport vissuta da SuperMeo, Hincapie e “cassani”; trasferimento in auto sino a St.Jean de Maurienne dove lasciamo la vettura nel parcheggio poco distante dall’arrivo di tappa con stand e bancarelle già operative alle 10:30 del mattino. Rapida ricognizione dell’ultimo kilometro e poi via verso il lungo rettilineo (12 km) che conduce al bivio per il Col de la Madelaine; 20 km di salita con una pendenza media dell’otto per cento circa con un’ unica pecca: una sola fontana lungo il percorso (senza dover entrare nei paesi) posta peraltro intorno al quinto kilometro… non vi sto a raccontare l’assalto al bar-ristorante in cima al colle per accaparrarsi qualche bevanda…! Allo scollinamento i fin troppo zelanti gendarmi non ci permettono di percorrere gli ultimi 100 metri che ci avrebbero consentito una foto ricordo al cartello, obbligandoci a passare bici alla mano dal prato scosceso Evans per circumnavigare il Gran Premio della Montagna….qualcosa di simile ci era già capitato alla Bonnette, ricordate? Troviamo poi un punto favorevole di avvistamento al primo tornate del versante opposto ed a questo punto non rimane che attendere la mitica carovana pubblicitaria ed infine loro, i corridori! Occorre ammettere che tutto sommato il tempo passa tra la “bambinesca” ricerca di gadgets lanciati in gran quantità dai veicoli pubblicitari e l’osservare il colorito popolo

dei ciclisti venuti da tutta Europa e non solo, per questo primo assaggio di vera montagna. Ma eccoli finalmente! Preceduti come sempre dal gran strombazzare di clacson delle auto dell’organizzazione e delle moto della gendarmerie, arrivano i nostri eroi: i primi a transitare al GPM sono quattro corridori tra qui riconosciamo il nostro Damiano Cunego: e se fosse il suo gran giorno finalmente? Seguono a circa un minuto e mezzo i veri leaders del Tour, Andy Sleck e Contador: salgono ad una velocità incredibile, quasi senza apparente fatica, le zip delle maglie completamente aperte per far fronte al gran caldo…..ad un paio di minuti ecco apparire il nostro Ivan Basso, Van Der Broeck ed Armstrong: salgono bene anche loro ma forse con un po’ di grinta in meno ed un po’ di fatica in più….e poi via via tutti gli altri, bravissimi e grandissimi tutti, dal primo all’ultimo, ed un gran dispiacere nel vedere Cadel Evans così in crisi causa una lussazione (o presunta rottura) al braccio che gli impedisce di alzarsi sui pedali per rispondere agli attacchi o semplicemente aumentare il passo…..però che lottatore!  Un po’ di confusione tra ciclisti, camper e moto al momento di affrontare la lunga discesa che ci riporta verso la vettura, ma fortunatamente senza alcun problema.  Al termine della giornata, fra le molte considerazioni sportive fatte, una a mio parere può prevalere su tutte: ma in quale altro sport un appassionato può fare le stesse cose di un prof? Possiamo scalare le medesime vette, nello stesso giorno e con lo stesso clima…..magari a velocità un “pochino” inferiori….ma quando un tifoso di calcio potrà mai calcare l’Anfield Road, l’Old Trafford o il Bernabeu?

“cassani”

sabato 3 luglio 2010

Colle dell’Iseran il freddo nei giorni del gran caldo

DSCF2493

Proprio così, mentre nella pianura torinese si consuma una delle giornate più calde dell’anno, noi saliamo al colle autostradale più alto d’Europa ( non si arrabbino gli amanti della Bonnette che pone la sua maggiore altezza non al colle) e troviamo neve, freddo e pioggia in discesa… tanta pioggia. Ma si sa quando percorriamo queste strade non solo dimentichiamo la sfiga ma la assumiamo a fedele compagna per impreziosire l’obbiettivo raggiunto. Siamo i soliti 3, quelli del Moncenisio di sabato scorso per capirci, lasciamo l’auto a Lanslebourg e dopo la salita spaccagambe iniziale percorriamo il fondo valle per poi affrontare le rampe dell’Iseran partendo da Bonneval. Saranno alla fine 65 km per 1465 mt di dislivello, in quanto la pioggia stoppa altre velleità, ma in ogni caso parliamo di pendenze di tutto rispetto spesso in doppia cifra con picchi al 14%. Chapeau a Willy che dopo il suo primo 2000 di sabato scorso dopo una settimana firma quasi un 3000! Complimenti a Guty che alla seconda uscita importante dopo l’infortunio sale senza problemi addirittura tentando allunghi (più di testa che di gambe) complimenti a me (Falco) per essere stato capace (l’insegnamento del guty ha aiutato) a schiacciare un po di più del solito i freni nella brutta discesa sotto la pioggia e senza parapetti. Saluti a tutti …..anche a chi ha scelto di pedalare al caldo torrido!!!!

PS Un gran bacione a Dany (lei sa perché)

Falco

venerdì 2 luglio 2010

IRONMAN-NICE 2010

bici2La “house-music” sparata ad alto volume è davvero coinvolgente, lo speaker è incredibilmente “dopante”, i suoi continui ed ossessivi “GO-GO-GO-GO-GO rendono l’atmosfera altamente elettrica, il pubblico e soprattutto gli atleti sono carichi di adrenalina quando mancano ormai solo quindici minuti alla partenza…..e sono esattamente le ore 6:15 di domenica 27 giugno: l’IronMan Nice 2010 sta decollando.

Ore 6:30: BANG! I quasi 2500 partecipanti si lanciano come un corpo unico verso il mare aperto alla disperata ricerca di compiere a nuoto i 3,8km nel minor tempo possibile…è uno spettacolo pazzesco: un mulinare vorticoso ed ininterrotto di braccia, gli uni accanto agli altri, sembra un enorme bruco marino che si allunga a dismisura mano a mano che le persone si gettano in acqua…in circa tre quarti d’ora i primi Iron usciranno dal mare per inforcare la bicicletta, gli ultimi molto tempo dopo… La sezione ciclismo prevede 180 km da percorrere nell’entroterra di Nice, e vi posso assicurare che di pianura, a parte la Promenade, non ne esiste: è un continuo salire e scendere con colli che arrivano anche a 1000mt sul livello del mare; d'altronde il termine “pianura alla francese” non è solo un detto… Le biciclette presenti sono un inno alla aerodinamica, quasi tutte molto profilate, quafavolosa!!! si tutte con ruote in carbonio a medio ed alto profilo e tutte con appendici al manubrio per fendere meglio l’aria: una stima dell’organizzazione ha previsto un costo medio delle bici di circa 6000 euro con punte di 15000!!! Inutile dire che numerosissime erano le Cervèlo… Fa riflettere il fatto che tutte queste bici erano “posteggiate” in prossimità dell’uscita della sezione nuoto sin dalla notte con una costante sorveglianza da parte dei volontari…e non è stato registrato nessun furto, nemmeno nelle manifestazioni precedenti….chapeau! Terminata la fatica a pedali, i partecipanti si lanciano verso l’ultima prova, la Maratona. Dalla spiaggia del Centenario all’aereoporto e ritorno, con percorso da ripetere quattro volte per poter totalizzare i famigerati 42km di corsa…e qui, complice la bassa velocità, si vede davvero la fatica in volto in tutti i concorrenti, tranne i primi 100 ovviamente: per loro c’è la possibilità di giocarsi i 50 posti disponibili per il campionato del Mondo che si svolgerà alle Isole Hawaii…. Se poi si tiene anche conto che poter diventare “Finisher” occorre terminare la prova in 16 ore, mentre alle ore 21:00 c’erano ancora concorrenti sul percorso di gara, e quando il primo assoluto, lo spagnolo Marcel Zamora ha impiegato 8h, 25’, 33”, ebbene tutto ciò può vagamente rendere l’idea della estrema durezza di questa prova e di cosa il fisico umano può sopportare. Infine alcune note: La manifestazione si è svolta un clima di assoluta allegria, il pubblico presente lungo la prova è stato stimato in quasi 90.000 spettatori e la chiusura di due delle tre corsie dell’arteria principale della città non ha provocato alcun malcontento tra gli indigeni…eppure Nice dista solo una quarantina di km dal confine italiano….e noi siamo così diversi….

“cassani”