domenica 25 gennaio 2009

Michele chiamato in causa risponde!!

Leggo con stupore e, perché no, un pizzico di orgoglio, lo scritto di Dany e Andrea. Il richiamo della bici è sempre stato per me un appuntamento gioioso. Conduce a volte verso scenari che si rivelano e appartengono solo a coloro che salgono verso alte cime dove è bello pensare che oltre a noi non c’è che il cielo. Ho sempre cercato di praticare un ciclismo che tenga conto anche dell’amicizia e dell’aggregazione, solo così lo sport diventa anche scuola di vita: nella condivisione del prolungato sforzo, nel procedere insieme verso difficili traguardi, al cospetto di scenari meravigliosi dove comunque, anche in compagnia, ci ritroviamo soli con noi stessi, in balia di pensieri, dubbi e domande alle quali quasi mai sappiamo rispondere. Ancora grazie Dany per l’affetto nel tuo scritto, e grazie a tutti i componenti del gruppo che hanno pubblicato i loro pensieri e commenti nei quali ho colto rispetto e amicizia. C’è però qualcosa che in questa occasione voglio esprimere: la mia gioia nel constatare che in Marco è cresciuta la mia stessa passione per la bicicletta. Viste le sue scorribande giovanili su ogni veicolo a motore ed i suoi ironici commenti ogni volta che assisteva alla preparazione dei miei itinerari, ero scettico sulla possibilità di condividere un’ attività sportiva….. finchè spontaneamente, ma con caparbietà e tenacia, ha iniziato a pedalare unendosi ad un gruppo che a ogni uscita lo metteva di fronte ad una sfida. Idealmente ho ceduto e delegato a lui i miei obbiettivi.
Ora vivo un po’ di riflesso, ma condividendo sempre, anche attraverso il blog, le sensazioni, gli entusiasmi e le sfide del vostro gruppo. Grazie Marco, te lo dice con tutto l’affetto tuo padre.
La mia parentesi ciclistica non è ancora terminata, con umiltà e determinazione, conscio dei miei limiti, continuo. Mi sono compagni tanti ricordi. Sono la mia fortuna perché sino a che avrò memoria del mio passato sarò padrone del mio futuro.
Grazie a tutti.

lunedì 12 gennaio 2009

Michele Un uomo un mito! Un esempio per tutti noi

Ci ritroviamo in questo periodo dell’anno a fare le somme sui traguardi raggiunti e a predefinirci nuove mete per l’anno a venire; ma questa volta vorrei rubare un po’ del vostro tempo per chiacchierare un po’ e parlarvi della vera essenza del ciclismo… Forse per una donna può essere più semplice raccontare, noi donne siamo avvolte da quel sentimentalismo che ogni tanto ci vuole per rendere più piacevole il racconto… Amo la bici come amo la vita in modo non condizionato, senza limiti. Abbiamo iniziato ad andare in bici quasi per gioco e ora siamo così permeati da questa atmosfera che è quasi diventata la linfa della nostra esistenza. Ma come ci siamo ritrovati fin qua? Sono cresciuta con la visione davanti ai miei occhi di una persona in particolare sempre in sella alla sua bicicletta, dando quasi l’idea di un corpo unico e fluttuante, due elementi fusi insieme in una totale armonia e leggerezza. Poi un giorno quasi per caso, abbiamo organizzato un’uscita con lui, in molti lo hanno soprannominato il “Grimpeur”. Agitazione, tensione, la prima uscita, nemmeno con una specialissima, ma con il nostro vecchio cancello. Da subito, lui, ci ha fatto apprezzare la vera linfa del ciclismo, che diversi ignorano o l’hanno dimenticata in preda alla dipendenza della competizione e dei risultati. Da quella volta sono seguite diverse uscite con Michele, ci ha fatto scoprire diverse stradine, ci ha fatto ammirare i colori della natura… Percorrere un tratto con lui è una cosa solo per i privilegiati, perché con i suoi racconti ogni volta ci porta alla vera storia del ciclismo, all’essenza pura. Parlare di una persona è assai difficile, si rischia che tutto diventi confuso, un minestrone, ma mi devo concentrare voglio parlare di lui, voglio raccontarvi, voglio fare in modo che attraverso il mio racconto voi possiate vivere le mie stesse emozioni, che riusciate a conoscerlo, anche di un pochino… E’ solito incoraggiarti in salita, proprio quando sei nella piena crisi acuta, sei lì che stringi i denti e allora ti porta indietro con il tempo, ti esclude momentaneamente dalla sofferenza, raccontandoti per esempio di quella volta che era salito con il suo fedele amico “Mecu” e poi con “Vacchetta”, “Bumbunera” il “Conte”,…, penso che abbia girato in lungo e in largo l’Italia e non solo, gli parli dei Pirenei e lui ci è stato, chiedi dei consigli sull’ascesa del Mont Ventoux e lui nei dettagli sa consigliarti quale versante scegliere in base alla propria preparazione fisica, se salire da Bedoin, Maloucene o da Sault. Ormai è diventata un’abitudine organizzare una settimana di vacanza con gli itinerari di Michele, si prende in mano il telefono, si chiama, e lui in quattro e qua trotto ti tira giù 1000 percorsi con richiami non solo ciclistici, “se andate lì, non vi perdete l’abbazia di Nova Cella oppure la città ne vale la pena visitarla….” e così via dicendo…. E poi quando inizia a raccontarti di quella volta, nel 1949, quando per il Giro d’Italia ebbe la fortuna di assistere alla mitica tappa Cuneo Pinerolo, ormai diventata leggenda per molti di noi, lui era lì in cima al Colle del Sestriere ad aspettare l’eroica impresa di Fausto Coppi. La cosa più bella è osservare in qualità di spettatore il “principe del ciclismo” uscire con suo figlio,come se si fosse tramandata di padre in figlio un’antica magia ….. E anche se ultimamente le uscite con lui si sono diradate, c’è stato il distacco del cordone ombelicale, lui ha deciso di lasciarci andare, dobbiamo prendere il nostro volo per poter crescere, migliorare e confrontarci con persone che vanno più di noi; ma ogni volta che si organizza un nuovo giro con lui, come lui stesso lo definisce la ”bicchierata dell’amicizia”, l’uscita si riveste di quella particolare magia che solo lui può dare. Michele, ci ha fatto amare il ciclismo, la purezza del ciclismo, ogni volta ci porta in una realtà che solo pochi come lui hanno avuto la fortuna di conoscere, soprattutto in questo periodo dove il ciclismo è coperto da questa misteriosa nuvola del doping. Grazie Michele per tutto quello che hai fatto e continui a fare per noi… daniela

lunedì 5 gennaio 2009

Auguri di buona bici a tutti

Penso che sia giusto presentarmi; Io mi chiamo Massimo ciclista appassionato da non ricordo quanto tempo, ma, abbastanza per star male se non riesco ad uscire con le due ruote quando il lavoro me lo permette.
Oggi 5 gennaio 2009 pedalata pomeridiana per defaticare il massacro in mountain di ieri e , con piacere, ho conosciuto uno di Voi......Tony, pedalava su una Battaglin in carbonio .......(roba da ricchi)...è stato lui che mi ha indirizzato sul Vostro blog. E' inutile dire che il fatto di conoscere gruppi che organizzano uscite in comitiva non può che far piacere e, sicuramente non mancherà l'occasione di trovarci per dividere insieme la fatica di qualche bella salita nei mesi a venire.
Per ora non posso fare altro che salutare ancora Tony e ringraziarlo per la compagnia di oggi pomeriggio, e, colgo l'occasione per augurare a tutti Voi un 2009 pieno di strada da percorrere insieme in allegria, fatica e amicizia.
buon anno nonamemax@tiscali.it Massimo.

sabato 3 gennaio 2009

Vacanze in riviera ... ma si pedala!

Il risveglio dei ghiri all’alba delle 10:00, una colazione di corsa e poi via sulle ghiande…accidenti lontano dal gruppo si fa tutto più duro…Decisione del percorso, ovviamente il capitano decide tutte le coordinate, partenza da Coldirodi di Sanremo, dopo circa 3 km ci troviamo subito a percorrere una lunga salita che porta a Sanromolo…Ci facciamo ingannare dal tempo pseudo primaverile, sfoggiando abitini leggeri, comunque si sale da subito, il sole ci accompagna e la temperatura si fa subito piacevole raggiungendo i 16°C. Purtroppo una nuvola minacciosa ci insegue e non appena raggiungiamo la cima una nuvola decide di rovinarci la festa, drastico calo della temperatura arrivando ai sei 6°C, Greg, saggiamente, decide di variare il percorso, quello iniziale prevedeva un’ascesa fino a Monte Bignone passando da passo Ghimbegna per poi raggiungere Baiardo e scendere per Apricale, invece, decidiamo di scendere una volta giunti a San Romolo (800 m) verso Sanremo e qui arrivano i guai, un freddo pungente ci penetra nelle ossa, ci ritroviamo dopo circa 8 km di discesa con le dita delle mani completamente ghiacciate!!!! Finalmente raggiungiamo il porto di Sanremo, ci imbuchiamo in una gelateria per consumare una tisana bollente con la speranza che possa scongelare quei blocchi di ghiaccio che si sono formati dentro le nostre vene. Riprendiamo dopo una breve pausa il nostro giro, destinazione Bordighera, costeggiando il lungo mare, un mangia e bevi che si fa da subito impegnativo, con il vento un po’ contro e con le gambe un po’ impastate (solo quelle del capitano) a causa della discesa. Ci sorpassano dei motociclisti, anzi no guardandoli bene, sono dei ciclisti, ma chi sono? Ma quanto vanno? sono dei treni!!!; il capitano cerca di ciucciare la ruota di un ciclista per recuperare il Greg che preso da un momento di spavalderia tenta una fuga, ma misera, il capitano riesce a riprenderlo grazie all’intervento del ciclista solitario. Il rientro si fa più dolce, ormai il sole ci ha riscaldato, ultimo pezzo prevede una salitella di circa 5 km (un Mortera Ligure) dove da 0 m si raggiunge Coldirodi (254 m). Da giovani ciclisti, senza guide, pensavamo di poter scalare una lunga salita senza grossi problemi, invece, l’inesperienza del capitano ci ha fatto comprendere che in inverno il problema non è tanto salire, quanto piuttosto scendere, sbagliando si impara… sig…. sig…. sig…. sig….. !